I primi interessanti dati dell’indagine sullo smart working in Italia in periodo di coronavirus
Oltre 2.500 gli italiani hanno già aderito all’indagine di Euromobility sullo smart working
L’associazione invita cittadini e imprese ad aderire all’indagine nazionale
Euromobility invita cittadini e datori di lavoro a compilare il questionario dell’indagine sullo smart working promossa da Euromobility all’indirizzo www.euromobility.org/smart-working/.
A pochi giorni dall’avvio, sono già oltre 2.500 i cittadini italiani ad aver aderito all’indagine, il 62% dei quali sono donne e il 38% uomini. Il 45% si dichiara molto soddisfatto dell’esperienza di lavoro agile e il 48% abbastanza soddisfatto, solo il 7% poco o per niente soddisfatto. Il 34% vorrebbe continuare a lavorare il più possibile in smart working al termine dell’emergenza sanitaria, il 54% in maniera limitata e solo il 12% non sarebbe disposto a continuare il lavoro agile una volta che ci saremo liberati del coronavirus.
Sono questi i primi dati che emergono dall’indagine sullo smart working in Italia in periodo di coronavirus. E, se consideriamo che il 66% dei rispondenti ha dichiarato di utilizzare normalmente l’automobile per recarsi al lavoro, se non perderemo l’occasione, questo periodo potrà consegnarci città meno congestionate e una migliore qualità della vita e del nostro tempo.
Anche i datori di lavoro stanno partecipando all’indagine che Euromobility ha promosso per sondare come il Paese sta vivendo l’esperienza dello smart working in piena emergenza coronavirus.
“La nostra associazione intende avviare una serie di iniziative affinché questa “sperimentazione forzata” – dichiara Lorenzo Bertuccio, Presidente di Euromobility – lasci in eredità al Paese, al termine dell’emergenza sanitaria, una pratica fino ad oggi snobbata. I dati emersi dai primi 2000 questionari confermano il gradimento sia da parte dei lavoratori sia da parte delle aziende e il contributo che lo smart working può dare per ridurre la congestione e migliorare la qualità della vita nelle nostre città una volta che l’emergenza coronavirus sarà rientrata”.
Roma, 13 aprile 2020
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