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Sono 36 i milioni di km al giorno che lo smart working può fare risparmiare, la metà dei quali in auto
Smart Working

Oltre 3.500 italiani hanno partecipato all’indagine di Euromobility sullo smart working. Cittadini e datori di lavoro entusiasti dell’esperienza fatta negli ultimi mesi

 

Tremila tonnellate di CO2, settemila chilogrammi di ossidi di azoto e 600 di polveri sottili sono le emissioni evitabili con la diffusione del lavoro a distanza in Italia, in forma di smart working o del più tradizionale telelavoro.

È quanto emerge dallo studio di Euromobility basato sull’indagine condotta in Italia nei mesi di lockdown.

Il 47% dei cittadini intervistati si dichiara molto soddisfatto dell’esperienza di lavoro agile e il 45% abbastanza soddisfatto. Il 37% vorrebbe mantenere lo smart working il più possibile, mentre il 52% si augura di poter continuare a praticarlo almeno qualche giorno a settimana.

Sono questi alcuni dei dati che emergono dall’indagine sullo smart working in Italia in periodo di coronavirus. E, se consideriamo che il 68% dei rispondenti ha dichiarato di utilizzare normalmente l’automobile per recarsi al lavoro, se non perderemo l’occasione, questo periodo potrà consegnarci città meno congestionate e una migliore qualità della vita e del nostro tempo.

In conclusione, la diffusione del lavoro a distanza è in grado di portare indubbi benefici alla collettività sul piano energetico, ambientali e di riduzione della congestione. Ma anche al datore di lavoro, in termini di consumi, di spazi di lavoro ed eventuali benefit, e al lavoratore, da un punto di vista economico, di tempo e qualità della vita.

“Con le dovute attenzioni ai diritti e al benessere complessivo del lavoratore dichiara Lorenzo Bertuccio, Presidente di Euromobility – non v’è dubbio che il lavoro a distanza, in forma di telelavoro o smart working, rappresenti una grande opportunità per le nostre città e la nostra qualità della vita, con evidenti vantaggi energetici e ambientali, sia a livello locale sia a livello globale. Al netto dei nefasti effetti e conseguenze della pandemia, non c’è che da augurarsi che la “sperimentazione forzata” lasci in eredità nuovi modelli di lavoro quando l’emergenza sanitaria sarà completamente rientrata”.

Tutti i dati della ricerca sono disponibili all’indirizzo www.euromobility.org/smart-working/

Roma, 16 giugno 2020