La comunicazione è da sempre una delle leve per il cambiamento degli atteggiamenti e dei comportamenti nelle scelte di mobilità da parte dei cittadini.
Di comunicazione, e non solo, abbiamo parlato con Stefano Brinchi, Responsabile Area Comunicazione, Relazioni Istituzionali e Informazione di Roma Servizi per la Mobilità.
Roma Servizi per la Mobilità è una partecipata al 100% dal Campidoglio. Qual è il suo ruolo?
“RSM si occupa in generale dell’universo mobilità cittadina. Dalla progettazione di infrastrutture come piste ciclabili, corsie preferenziali, rotatorie o interventi di regolazione del traffico e messa in sicurezza di strade, fino all’erogazione dei permessi per le Zone a traffico limitato, la sosta sulle strisce blu, i contrassegni speciali dedicati alle persone diversamente abili. Servizi, questi, che sono erogati alla cittadinanza tramite il nostro sportello al pubblico di via Silvio d’Amico o attraverso quello virtuale sul nostro sito romamobilita.it. Le nostre attività sono poi chiaramente, per missione aziendale, puntate sulla sostenibilità ambientale. In quest’ottica voglio sottolineare la gestione del car sharing a postazione fissa. Un’altra parte importante del nostro lavoro è mirata verso la comunicazione ai cittadini”.
Ce la spieghi meglio
“Abbiamo diversi canali che utilizziamo a seconda della tipologia di utenza che vogliamo raggiungere e del messaggio che dobbiamo veicolare. A cominciare dal sito, che ha una sezione dedicata ai progetti e alle attività aziendali – oltre a quella di cui parlavo prima di sportello virtuale per sbrigare le pratiche on line, aspetto legato alla sostenibilità ambientale visto che evita spostamenti per raggiungere la nostra sede – e un’altra che si occupa di notizie. Ed è curata e aggiornata, 7 giorni su 7, dai nostri giornalisti, con notizie in tempo reale su viabilità e trasporto pubblico, proprio come fosse – e di fatto lo è – un quotidiano on line. La struttura comunicazione lavora anche sui social network (solo il Canale X ci permette di arrivare a 350mila utenti), sulla carta stampata, con la realizzazione di due pagine al giorno per il free press Leggo. Realizziamo poi i Tg trasmessi sui monitor di gran parte delle banchine e dei treni della metropolitana romana. E le nostre news arrivano anche in Tv grazie alle collaborazioni con alcune delle più seguite emittenti laziali”.
Restiamo in tema di comunicazione. Ci racconta un’esperienza di comunicazione che può essere un riferimento per l’azienda?
“Sicuramente possiamo prendere a riferimento il PUMS (Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile), che ha visto varie fasi di condivisione e partecipazione. Un piano che è stato costruito tenendo conto delle proposte e delle idee dei cittadini che hanno voluto dare un contributo, sia attraverso il portale web costruito ad hoc sia attraverso incontri sul territorio (veri e propri laboratori). Non meno importante è stato il processo di condivisione fatto lo scorso anno sul tram TVA (Termini-Vaticano-Aurelio). Per questa occasione abbiamo organizzato cinque incontri nelle sale di Palazzo Valentini per presentare ai cittadini il tracciato di progetto e gli interventi di riqualificazione, perché ovviamente non c’era e non c’è soltanto il progetto della linea tranviaria vera e propria, ma anche un vastissimo progetto di rigenerazione urbana realizzato in stretta collaborazione con la facoltà di Architettura dell’Università La Sapienza. In questo caso pensavamo, e in qualche modo temevamo, di trovare molte resistenze, soprattutto dopo la campagna mediatica, piuttosto insistente e massiccia, durata alcuni mesi, che ha accompagnato la notizia della realizzazione dell’opera. Dagli incontri, invece, abbiamo appreso una lezione preziosa: se si impostano bene le regole del processo, se si spiegano i progetti nel dettaglio, con tutte le varie implicazioni, ci sono solo risposte positive e collaborative. Alcune delle proposte progettuali presentate durante gli incontri con i cittadini sono state recepite dai tecnici e trasformate in modifiche progettuali vere e proprie. Ecco, gli esempi del PUMS e del tram TVA possiamo citarli, senza alcun dubbio, tra quelli virtuosi di interazione positiva e concreta tra cittadini, istituzioni e aziende pubbliche chiamate poi a mettere ‘gli stivali sul terreno’. Un’osmosi che produce risultati tangibili. Un processo che facilita la realizzazione di opere pubbliche, che segna e apre, è auspicabile, un percorso utilizzabile anche in futuro”.
Tra le missioni primarie di Roma Servizi per la Mobilità, come diceva prima, c’è la promozione e la diffusione della sostenibilità ambientale. Quale pensa debba essere un approccio per favorire opere che necessariamente portano ad una riduzione dello spazio per l’auto privata?
“Cito quello che Roma Capitale sta mettendo in atto insieme alla fondazione Bloomberg in una strada del III Municipio: via Monte Ruggero. Amo ricordarlo perché è emblematico. Si trasformerà un tratto di strada solitamente preso d’assalto dalle auto in cerca di parcheggio (visto che si trova a poche centinaia di metri da un capolinea della metropolitana) e lo si dedicherà agli studenti della scuola che si affaccia proprio sulla via. Non con una semplice chiusura al traffico, ma con un’iniziativa strutturale che permetterà ai ragazzi di vivere lo spazio antistante all’istituto scolastico. Può sembrare una fantasia, un’utopia degna di uno scrittore tardo ottocentesco. E invece no, è un progetto che, sulla stessa strada, abbiamo sperimentato durante l’ultima edizione della Settimana Europea, a settembre 2024. E ha avuto un grande successo. Nessuna protesta dai cittadini ‘privati’ di un possibile parcheggio; grande partecipazione dei ragazzi che hanno visto espandersi il loro spazio vitale a disposizione. Con nuovi luoghi dove giocare o potere organizzare iniziative di formazione. Tra l’altro mi piace ricordare che anche su questo progetto stiamo attuando una forma di partecipazione con i cittadini. La sistemazione definitiva della strada – Bloomberg, in molte città del mondo, anche in Italia, propone un modello di trasformazione ‘decorativa’ che riscuote sempre grande consenso perché migliora e arricchisce il contesto urbano – sarà votata dai cittadini. Sul nostro sito abbiamo pubblicato le tre proposte, tutte molto belle e suggestive, tra cui si potrà scegliere. Una volta operata la scelta definitiva, la più votata sarà poi realizzata. Per la gioia dei residenti e dei ragazzi che frequentano la scuola”.
Scuole a parte, l’azienda si occupa moltissimo di sicurezza stradale. State attuando il progetto Black Points. In che cosa consiste?
“Il progetto, già realizzato in diverse zone della città, ha l’obiettivo di ridurre la quantità e la gravità degli incidenti stradali. Roma Capitale ha individuato i cosiddetti Black Points ovvero gli incroci stradali a massimo rischio incidentale sulla viabilità, attraverso il lavoro congiunto dell’Assessorato alla Mobilità, Dipartimento Mobilità Sostenibile e Trasporti e Roma Servizi per la Mobilità. Questi punti, più suscettibili a incidenti, sono identificati grazie a fattori come la complessità del traffico, la carenza di segnaletica, ostacoli visivi e flussi di veicoli intensi. La programmazione da parte Roma Capitale degli interventi di messa in sicurezza dei Black Points si pone diversi obiettivi: innanzitutto quello di migliorare l’accessibilità per tutti gli utenti della strada, a cominciare da pedoni e ciclisti. Poi c’è chiaramente l’accrescimento della qualità della vita urbana con la riqualificazione degli spazi pubblici. Un aspetto che si lega anche al miglioramento della circolazione e quindi alla riduzione di emissioni di gas serra. C’è poi quello connesso, tutt’altro che secondario, al miglioramento dell’accessibilità delle persone anziane e a mobilità ridotta. L’accrescimento della sicurezza stradale passa anche e soprattutto attraverso la messa in sicurezza di queste fasce di utenza particolarmente fragili e deboli in una grande e convulsa metropoli come è Roma. La riprogettazione delle strade in ottica Black Points è un’opera particolarmente complessa e va quindi ricordato e sottolineato il grande lavoro che svolge la struttura progettazione di RSM. Chiamata spesso a intervenire in contesti fortemente antropizzati, dove non è mai agevole pensare a modifiche strutturali degli assetti viari. Anche se poi porteranno più sicurezza e un netto e immediatamente percepibile beneficio alla vita del quartiere. Come, ad esempio, è accaduto in via Nomentana-via Zara-via Spallanzani o in via Cardinal Pacca. Due dei punti ‘neri’ in cui si è già compiuto il lavoro di messa in sicurezza. Ogni progetto ha la sua particolarità legata al territorio. Ma, in generale, possiamo dire che le operazioni consistono nell’ottimizzazione della geometria stradale, nell’installazione di nuova segnaletica orizzontale e verticale, nella costruzione di infrastrutture che obbligano i veicoli a ridurre la velocità, nella riprogettazione degli attraversamenti pedonali e dei percorsi dedicati alle persone con mobilità ridotta”.